Alla ricerca delle Leggi Morali
(estratto dal "Codice delle Leggi")

-Premessa: domande e risposte
-La parola "Legge"
-Legge fisica e legge giuridica
-Legge giuridica e legge morale
-La definizione di Morale
-La legge della libertŕ  o della Provvidenza

Premessa

Cosa significa l’espressione: “Codice delle leggi morali”?
Il termine "Codice" ha un significato anche di tipo formale che tutti conosciamo: è la raccolta sistematica di leggi relative ad una determinata materia; si parla di Codice civile, codice amministrativo. Così nel “codice delle leggi morali”, ritroviamo l’esposizione sistematica delle leggi cd. Morali, con questa precisazione importante: il volume propone una prospettiva elaborata da molti pensatori, antichi e contemporanei, dei quali si dà puntuale riscontro. La parola morale, in questo contesto, non concerne i costumi e le consuetudini (mores), oppure, le convinzioni soggettive dei singoli (ethos), ma leggi vere e proprie, come le leggi fisiche.

Il contenuto delle leggi Morali
Queste leggi, in termini sintetici, hanno il seguente contenuto: ciò che nutriamo nel mondo interiore (pensieri, intenzioni, desideri …) si sviluppa come un seme e si concretizza in seguito nella nostra vita … per cui i nostri comportamenti e la nostra realtà collettiva sono la conseguenza del nostro mondo interiore. Vi è una relazione di causa – effetto tra mondo interiore e mondo esteriore.

Ci ricorda un fisico statunitense (Gerald Schroeder) nel famoso libro “L’universo sapiente”: “il fatto che l’esistenza possa essere l’espressione dell’informazione, di un’idea … non è una fantasia … si tratta di scienza convenzionale che proviene da Università come Princeton … il mondo è più un pensiero che una cosa … l’umanità ha avuto bisogno di millenni prima che Einstein scoprisse che, per quanto bizzarro possa sembrare, la base della materia è l’energia cioè che la materia, in effetti, è energia condensata”. Dunque, come la materia che noi vediamo e tocchiamo è la condensazione di energie, così i nostri comportamenti sono la condensazione dei nostri mondi interiori.

In questo ambiente interiore albergano le cause dei nostri comportamenti, e quindi anche la genesi della cd. “questione morale”.

Il mondo interiore è chiamato anche “mondo morale” proprio perché in esso elaboriamo consapevolmente o inconsapevolmente, le nostre scelte e maturano le nostre responsabilità.

Queste affermazioni fanno parte da tempo del patrimonio culturale: le ritroviamo nell’induismo, buddismo, cristianesimo, ebraismo … e più recentemente, nel pensiero di filosofi come Steiner, Deunov, Aivanhov, nella cultura olistica e non solo … pensiamo alla letteratura e ai seminari che si occupano di crescita personale anche in ambito aziendale, ove si afferma notoriamente che: “Ciò che pensiamo, e desideriamo determina le nostre azioni”. Tutto parte, dunque, dal nostro mondo interiore o morale.

Dobbiamo vigilare sulle nostre credenze profonde in quanto esse, presto o tardi, tenderanno a concretizzarsi.

Cosa significano “approccio olistico” e codice olistico?
L’approccio olistico (dal greco όλος, cioè" “intero”) valorizza i legami di unità e interdipendenza tra uomo e natura: infatti l'approccio olistico riconosce che un codice morale opera nel tessuto stesso della natura e del cosmo: ciò vuol dire che qualsiasi cosa facciamo influisce in qualche modo su ciò che ci circonda, sulla rete della vita!
La ricerca scientifica da molti anni ha illuminato la bellezza e la complessità della Rete della Vita della quale noi facciamo parte. L’universo, osserva il prof. Laszlo, “non è fatto di cose e di eventi separati, non siamo spettatori esterni di uno spettacolo impersonale… Si tratta di un intero, di un tutt’uno. La recente scoperta dell’unità dell’universo è frutto di ricerche approfondite…Essa fornisce una visione del tutto diversa del mondo rispetto all’immagine meccanicistica, materialistica e frammentata insegnataci a scuola. Abbiamo un cosmo connesso, coerente e unito … Siamo parte gli uni degli altri e della natura; non siamo estranei nell’universo. Siamo parte coerente di un mondo coerente; né più né meno di una particella, una stella o una galassia. Soltanto che noi siamo una parte cosciente del mondo….L’approccio olistico aiuta, quindi, anche a focalizzare l’interesse collettivo connesso al consumo individuale delle risorse e ai comportamenti individuali.
Alcune citazioni famose:
-“Non vi è granello di polvere, cellula o elettrone nell'universo che con le sue vibrazioni non sia collegato a tutto l'universo...Nonostante le apparenze la separazione non esiste, è un'illusione, nulla e nessuno è separato. Anche se non ne siamo consapevoli, tutto il nostro essere è continuamente collegato a tutto il cosmo. Quando facciamo del male agli altri, anche se al momento non lo avvertiamo, facciamo del male anche a noi. Viceversa, quando facciamo loro del bene, lo stesso bene lo facciamo anche a noi…nella coscienza dell’unità è il fondamento della vera morale” (O. M. Aïvanhov)
-“Ci troviamo in un momento critico della storia della Terra, un periodo in cui l’umanità deve scegliere il suo futuro. In un mondo che diventa sempre più interdipendente e vulnerabile, il futuro riserva grandi pericoli e grandi promesse. Per andare avanti dobbiamo riconoscere che all’interno di una straordinaria diversità di culture e di forme di vita siamo un’unica famiglia umana e un’unica comunità terrestre con un destino comune” (Carta della Terra)
-“Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo Universo…Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza” (A. Einstein)
-“Niente di ciò che facciamo come esseri umani è banale, e tutto quello che facciamo diventa una parte del mondo da noi realizzato…la responsabilità umana nei multiversi è totale” (H. Maturana)
-“La visione della separazione, l’uno dall’altro, è una visione meccanicistica che non è più supportata dalla scienza…oggi è importante avere una visione più vasta che vede noi stessi come elementi di un processo più grande, di un processo co-evolutivo…è essenziale il ruolo dell’educazione e della scuola perché la società capisca l’importanza di questo cambiamento” (E. Laszlo)
-“La morale è la coscienza di essere in relazione, di essere interdipendenti: rispetto agli altri esseri umani e rispetto al mondo fisico che abitiamo. La negazione della morale è il dimenticare di essere parte dell'universo biologico! (E. Morin)

La morale può avere un fondamento oggettivo?
Sì la morale ha, nell’approccio olistico, un fondamento oggettivo ben esplicitato da Ervin Lazlo, autorevole professore di filosofia della scienza e massimo esperto della teoria dei sistemi, il quale ci spiega, partendo dal concetto scientifico di coerenza, che “possiamo riconoscere una base obiettiva per la moralità: possiamo distinguere tra bene e male, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Il bene è tutto ciò che è coerente con l’Evoluzione … ed è costituito da intenzioni e azioni costruttive come lo sono i comportamenti caratterizzati da equità, mutuo rispetto e solidarietà… che meritano di essere valorizzati e premiati, a differenza dei comportamenti antisociali e antiecologici … In un universo interconnesso a livello sottile, dove le persone possono accedere a qualche aspetto della coscienza degli altri ... è probabile che una persona intuisca intenzioni che inducono coerenza in un’altra come presenza di bene, intenzioni che inducono incoerenza in un’altra come presenza di male. Questo conferisce responsabilità morale non soltanto alle nostre azioni, ma anche alle nostre intenzioni. Possiamo produrre il bene nel nostro ambiente anche sintonizzando le nostre intenzioni verso la coerenza e il male tramite le nostre intenzioni di frammentazione, separazione.. e caos”.

Osserva Rupert Sheldrake, famoso biologo,: “Ci hanno insegnato a credere che la mente sia solo dentro la nostra testa, che l’attività mentale non sia altro che attività cerebrale. Alcune prove sperimentali … suggeriscono che la nostra mente si estenda ben oltre il cervello; estendendosi attraverso dei campi che ci collegano al nostro ambiente e gli uni agli altri. I campi mentali sono radicati nel cervello, proprio come i campi magnetici che circondano un magnete sono radicati nel magnete stesso (La Mente Estesa).

Dove sono scritte le leggi Morali?
Trattandosi di leggi di causa – effetto esistenti in Natura, e quindi anche nella nostra vita psichica, per conoscerle occorre osservare la nostra vita interiore ed esteriore e sperimentarne la validità. D’altronde, la legge di gravitazione non la vediamo nella sua completezza, ma la sperimentiamo, certo la modalità di verifica è più agevole, in questo caso.

La morale non può essere imposta, deve essere verificata, sperimentata e acquisita liberamente dal singolo individuo. La morale in questo approccio abbandona sia il terreno dogmatico-religioso che quello speculativo – autoreferenziale in quanto non richiede un lavoro di solo cervello … ma anche qualcosa di più profondo che tocca il cuore del nostro stile di vita.

Ad esempio, come non riconoscere un fondamento oggettivo alla necessità di rispettare l’equilibrio (o legge morale di giustizia) in relazione a tutte le risorse che riceviamo e doniamo.

Questo è evidente sul piano delle risorse fisiche: l’impronta ecologica rappresenta proprio l’unità di misura della domanda di risorse naturali fruibile da parte dell'umanità….mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle, per cui ad ogni essere umano corrisponde una quota di natura a disposizione, stante il carattere limitato delle risorse. Secondo alcune stime dal 2010 la domanda di servizi ecologici da parte dell'umanità eccede la capacità rigenerativa (quindi l'offerta) del sistema Terra … perché l'umanità conduce un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità. Tutto ciò ci fa comprendere che la vita “senza misure”, preconizzata per fare presa sugli adolescenti, non è, a ben vedere, una vita coraggiosa, è semplicemente una vita egoistica, cioè una vita calibrata sul proprio ego. Dovremmo rinunciare all’idea illusoria che l’assunzione di maggiori quantità di risorse, al di là dei propri bisogni effettivi, possa produrre uno stato di maggior benessere, anzi produce iniquità.

Scriveva Voltaire (Dizionario filosofico) ”Non c'è che una sola morale …Gli agricoltori, i manovali, gli artigiani non hanno mai seguito corsi di morale; il tintore indiano, il pastore tartaro e il marinaio inglese, non appena si mettono a riflettere, conoscono il giusto e l'ingiusto” e non hanno letto Cicerone né le Etiche di Aristotele … ma diventano senza saperlo discepoli di Cicerone”.

A cosa serve la conoscenza delle leggi morali?
Serve a prendere coscienza della necessità di dare vita ad un nuovo modello di umanità coerente con la nostra essenza profonda e del percorso che ciascuno è chiamato a compiere.
Da tempo si è diffuso un modello dove l’uomo è un predatore di risorse materiali (denaro e beni materiali) e talora anche umane (affetti, stima…) antagonista rispetto agli altri uomini e alla natura…un uomo che impiega le proprie abilità, soprattutto intellettuali, per imporsi sugli altri ed impossessarsi delle risorse. Tutto ciò non lo si dice apertamente, ma lo si pratica consapevolmente o inconsapevolmente! I risultati sociali di questa prospettiva sono visibili a tutti!
Questo modello non è più sostenibile e deve lasciare spazio ad un nuovo paradigma ove l’uomo non è più predatore ma un costruttore-cooperatore che impiega, in una logica di unità-interdipendenza con la Natura e l’uomo, le proprie abilità per favorire usi solidali ed equi delle risorse, in tutti i campi. Siamo convinti che questo stile di vita possa portare benessere interiore ed autostima a coloro che lo praticano, ed incrementare i livelli di giustizia e sostenibilità nella vita collettiva.

Quale percorso può essere seguito per il cambiamento secondo l’approccio olistico?
Una famosa frase di Gandhi esprime bene il percorso: Si tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Ognuno di noi deve cominciare da se stesso se vuole essere agente reale e responsabile del cambiamento nella nostra società.
Facciamo un esempio concreto: vogliamo una società più onesta? Siamo tutti d’accordo, ma scopriamo subito che non bastano le parole, le leggi giuridiche, gli impegni formali …Ciò accade perché le cause dei nostri comportamenti sono nel mondo interiore: per essere autentici, per essere coerenti, occorre amare realmente i valori …e qui si apre un percorso educativo che coinvolge tutti noi per ri-orientare i nostri valori. Talvolta, noi stessi amiamo non prendere atto di queste nostre realtà interiori ( ).
Quindi l’invito è all’autocoscienza sincera, superando atavici pregiudizi. Guardiamo dentro di noi con sincerità e coraggio e chiediamoci cosa desideriamo e cosa amiamo effettivamente. Edgar Morin, non a caso, ritiene che l’autocoscienza dovrebbe essere promossa nelle scuole pubbliche fin dai primi anni ( ).

Se nel territorio interiore l’intelletto e i desideri non sono in sintonia sulla stessa mèta, il comportamento concreto non potrà essere autentico e coerente. Nessuno dichiara pubblicamente:
«devo riversare nel mare e nei fiumi vari veleni perché devo risparmiare i costi di smaltimento»;
«devo alterare il cibo per vendere più prodotti»;
«devo impedire la divulgazione di una scoperta, in quanto danneggerebbe la mia azienda»;
«voglio ottenere posti di comando ed emarginare tutte le persone che possono oscurare le mie aspirazioni».
Dunque occorre consapevolezza. La consapevolezza individuale è, infatti, la risorsa prioritaria per il cambiamento! Essa si promuove con l’esempio personale e con la divulgazione di una cultura che possa toccare la coscienza e il cuore delle persone.

Possiamo aggiungere un’altra riflessione: vi è una situazione paradossale nella nostra società. Lo studio del mondo interiore, trascurato in sede educativa, risulta, invece, molto praticato in alcuni settori economici al fine di predeterminare le nostre opinioni sociali e di consumo, come dimostrano i numerosi studi sugli effetti della pubblicità. Ciò vuol dire, che,a ben vedere anche oggi, come nel passato, non vi è un interesse generale affinché l’uomo agisca quale soggetto attivo nel mondo interiore. Il mondo interiore delle persone deve essere cloroformizzato in quanto deve risuonare solo in base agli input desiderati e selezionati da alcune persone … una forma insidiosa di schiavitù permane dunque … lo stadio imminente, noi ci auguriamo, possa essere quello della consapevolezza senza la quale non potrà esservi un mondo stabilmente migliore.

Cosa è l’ambiente interiore?
L’ambiente interiore è l’area ove noi formiamo consapevolmente o inconsapevolmente i nostri desideri che muovono i nostri comportamenti reali. E’ un ambiente reale e non immaginario! Non a caso si parla di inquinamento psichico.
Chiunque abbia analizzato se stesso, ha avuto modo di osservare, almeno in talune circostanze, che a seguito di scambi interiori o esteriori, può ricevere ispirazioni, benessere, slanci di bontà, di generosità, oppure, preoccupazioni, perdita di entusiasmo, ansie e malessere. Lo stesso può accadere a seguito della visione di un programma televisivo o della frequentazione di un dato ambiente umano. La realtà tangibile dell’effetto depauperante o di quello arricchente comprova che certe energie sono state introdotte nel nostro mondo interiore e hanno toccato la nostra psiche.
Le energie accolte interiormente, consciamente o inconsciamente, entrano in circolo alla stessa stregua degli alimenti, e per tale ragione, possono avere un effetto intossicante o rigenerante. Gli studiosi parlano, a questo proposito, di emozioni tossiche, oppure, con riferimento ai media, di “intossicazione emozionale”.
Dobbiamo, quindi, proteggere il nostro ambiente interiore…si dice, infatti, “l’uomo è ciò che pensa e sente”.
L’ambiente non è, quindi, solo costituito dalla notoria materia che circonda i cinque sensi, cioè dai laghi, fiumi, mari….è ambiente anche quello costituito dalla materia, meno tangibile, dei pensieri e dei sentimenti.
Noi siamo in contatto reale e continuo con entrambi gli ambienti. Non bisognerebbe imbrattare l’uno e l’altro. Dobbiamo proteggere le risorse naturali, la sacralità della Natura, ma occorre proteggere anche la sacralità della vita interiore. In questo spazio sacro dobbiamo liberamente e consapevolmente scegliere i valori da amare e il nostro modello di umanità …da desiderare. Se non ne siamo consapevoli, altri sceglieranno per noi...proiettando nei nostri ambienti interiori ogni sorta di input, come avviene, peraltro, oggi.

Quale visione dell’educazione civica propone la prospettiva olistica?
Nel volume vi sono alcune pagine dedicate al diritto e alla giustizia in chiave olistica… Una brevissima riflessione …. diciamo che l'educazione civica divulga soprattutto le conoscenze giuridiche delle istituzioni. Ciò è necessario, ma è insufficiente. Sulla base di quanto abbiamo prima detto, educare l’uomo alla conoscenza del mondo interiore dovrebbe essere il fondamento di una sana educazione civica… Una cultura fondata sulle sole regole formali e sulle sole conoscenze intellettuali ha mostrato vistose lacune e non pare in grado di orientare il nostro percorso di vita. Infatti, tutti constatiamo che il tasso di mancato rispetto delle norme resta notevole in quanto il rispetto effettivo di un precetto etico o giuridico, non deriva solo da fattori intellettuali …Occorre abituarsi da piccoli a nutrire ideali elevati: questa è la migliore cura!
La “consapevolezza” non esprime un qualcosa di astratto, ma una risorsa a tutti gli effetti, è la premessa del cambiamento: non a caso, in questo momento di crisi, questa parola inizia ad essere impiegata frequentemente anche nel vocabolario delle Istituzioni.

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